Fumetti di (super)eroi. Non in mantello e calzamaglia, ma con la valigia di cartone, il biglietto della nave e la nostalgia nel cuore. Come superpotere, un coraggio prodigioso, che consente di affrontare ostacoli e difficoltà ed emergere in un altro mondo: il Nuovo Mondo, l’America, la terra promessa dei contadini veneti di fine ‘800 e inizio ‘900. Si parla infatti di emigrazione, e di due figure eccezionali di quell’epopea che tra il 1876 e il 1915 vide partire dalla nostra regione più di 1 milione e 800 mila persone in cerca di fortuna. Si parla di Anna Rech e Jack Costa, i protagonisti della mostra “Oltre l’ignoto” allestita dall’Associazione Bellunesi nel Mondo all’interno del proprio museo delle migrazioni (il MiM Belluno). Una mostra che prende spunto dall’omonimo libro a fumetti (pubblicato dall’Abm nel 2017) dell’illustratrice Andrea Barattin, per raccontare le avventure di due personaggi al limite dell’incredibile.
Quella di Anna Rech comincia a Pedavena, nel 1876. All’età di 47 anni, Anna si ritrova improvvisamente vedova, con sette figli (di cui due disabili) da sfamare e senza più terra da coltivare: il padrone non vuole rinnovarle il contratto di colonìa. L’unica soluzione è imbarcarsi, attraversare l’oceano e approdare in Brasile, nel Rio Grande do Sul, dove ad attenderla c’è un appezzamento da far fruttare nell’Ottava Lega della colonia Caxias. Anna Rech è ingegnosa, intraprendente, laboriosa. Apre una locanda-osteria, costruisce un riparo con mangiatoie per gli animali e riesce a far diventare la sua attività un luogo di aggregazione, un centro attorno al quale, negli anni, si formerà un villaggio che oggi conta circa 16 mila abitanti e porta il suo nome: Ana Rech, versione brasiliana.
Jack Costa di nome fa Giovanni, di cognome Dalla Costa. È di Pederobba e la sua storia inizia vent’anni prima della sua nascita, in California, nel 1848, quando un primo ritrovamento sulle rive dell’American River scatena una corsa senza precedenti che durerà più di cinquant’anni e darà forma al vecchio West: la corsa all’oro. Una vera e propria febbre, sulle cui orme nascono intere città, una febbre che contagia anche Giovanni e che lo porta a partire sulle tracce del prezioso metallo dopo un evento drammatico che sconvolge la sua tranquilla vita a Costa Alta: un incendio devasta la casa di famiglia e l’intero raccolto di una stagione. La California diventa l’unica scommessa a cui aggrapparsi, anche se una volta sul posto Giovanni si accorge di essere arrivato troppo tardi. L’industria ha soppiantato i cercatori solitari e per diventare ricchi bisogna giocare d’anticipo. Giovanni parte allora verso territori ancora inesplorati, diventa uno dei pionieri nella “gold rush” del Klondike, in Alaska, l’ultima frontiera. Qui, tra lupi, orsi, ghiaccio e insidie senza fine diventa Jack, il cercatore capace di scavare pozzi nel terreno gelato e di affrontare pericolosi viaggi con la slitta trainata dai cani.
«Sono traiettorie personali cha abbiamo voluto raccontare con questa mostra perché pensiamo possano essere un veicolo attraverso il quale avvicinare anche le giovani generazioni al fenomeno delle migrazioni – spiega la vicepresidente dell’Abm Patrizia Burigo -, tanto più utilizzando il linguaggio del fumetto.
Il filo conduttore è rappresentato dai valori che questi due soggetti incarnano: l’apertura al mondo, la capacità di lottare e di andare incontro ai propri sogni. Le tre sale del museo saranno interamente riconvertite per ospitare l’esposizione. Oltre ai pannelli con le illustrazioni e le descrizioni, ci sarà anche un video con le testimonianze di alcuni discendenti diretti di Jack Costa».
La mostra, finanziata dal Ministero dei Beni Culturali, verrà inaugurata venerdì 7 dicembre alle 18. Dopodiché, rimarrà aperta tutti i giorni fino al 13 gennaio. Da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30. Il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.